Corriere di Como - Galton - Viaggiare e sopravvivere di Graziella Martina

Vai ai contenuti

  

Il cugino di Charles Darwin e l’arte della sopravvivenza


Di Lorenzo Morandotti - 6 Aprile 2020

Il mito di Robinson Crusoe, celeberrimo naufrago della letteratura condannato a sopravvivere su uno sperduto sperone di roccia nell’immensità dell’oceano, torna di attualità. Lo è da tempo sul piccolo schermo, con vari format in stile “Grande fratello” che ambientano esperienze di sopravvivenza oltre ogni limite in ambienti ostili all’uomo.
L’attuale pandemia sta mettendo alla prova milioni di terrestri proprio sul tema della sopravvivenza in condizioni di particolare vulnerabilità e torna alla memoria un titolo storico della casa editrice Ibis che insegna appunto come cavarsela nelle situazioni difficili.

La casa editrice di Paolo Veronesi, che abbiamo di recente intervistato sulle sorti dell’editoria italiana al tempo del virus, ha infatti da tempo in catalogo la versione tascabile – dall’originale saggio L’arte di viaggiare uscito nel lontano 1999 – di un “manuale del perfetto survivor” dell’Ottocento, il Piccolo manuale di sopravvivenza (pp. 154, 9 euro) dello scienziato Sir Francis Galton (1822-1911), che fu cugino del ben più celebre naturalista inglese Charles Darwin e grazie alla Ibis è uscito da un immeritato oblio. Anche se, come precisa la curatrice e traduttrice del volume Graziella Martina, «quasi tutti i giorni sentiamo citare una delle sue scoperte, l’anticiclone delle Azzorre».

Il manuale di Galton è un salvagente idealmente gettato ai survivors di ieri, di oggi e di domani. Una raccolta sintetica, divertente e tuttora valida (fatta eccezione per le puntualizzazioni di natura medica) di informazioni e consigli di natura pratica su come trovare i generi di primissima necessità in caso di solitudine forzata: come procacciarsi cibo e acqua, come costruirsi un rifugio e abiti giocoforza “casual” ma soprattutto resistenti e pratici. E, ancora, accendere un fuoco, orientarsi con bussole di fortuna, sfidare i marosi e misurare il tempo che scorre, anche se non seguendo le logiche della new economy.

Il tutto e sempre utilizzando soltanto le risorse – poche o tante – fornite dall’ambiente circostante. E non occorre essere provetti naturalisti o indomiti esploratori rotti alle esperienze più estreme e ardite: come per Tom Hanks nel blockbuster cinematografico Cast Away, a chiunque potrebbe accadere di restare anni incatenato a un’isola remota.
Dal grande libro di Galton sull’Arte di viaggiare (Ibis, 1999), è stata operata la scelta di una articolata serie di indicazioni appunto sul modo di sopravvivere in luoghi inospitali e in condizioni particolari: un manuale di sopravvivenza che informa e può forse salvare i moderni “Robinson” in cerca di esperienze di viaggio estreme.

Francis Galton è stato per molti anni, nella seconda metà dell’Ottocento, il segretario della Royal Geographical Society e ha redatto, proprio grazie alla sua posizione e alle informazioni di cui veniva in possesso, un vero e proprio “manuale per esploratori”.
Nel libro di Ibis sono raccolte indicazioni valide ancora oggi. «Il manuale – scrive Graziella Martina nella prefazione – è una raccolta di informazioni e di consigli di natura pratica su come trovare cibo, acqua, costruirsi un rifugio e accendere un fuoco, utilizzando il proprio ingegno e le risorse che l’ambiente offre. I suggerimenti sono molto dettagliati, sia che si riferiscano ai rimedi per difendersi dal freddo, ai metodi per pescare senza lenza, a quelli per calmare la sete in mancanza di liquidi o a come trovare un sentiero o mantenere la rotta al buio». Galton è stato anche un precursore, sottolinea Martina: «Alcuni suggerimenti, come quello di confezionare dei sacchetti di tè con del tessuto leggero, precorrono i tempi, essendo gli antenati dei “tea bags” di oggi».


Torna ai contenuti